O Escriba Valdemir publicou este livro que você pode ler aqui na íntegra. São dezenas de capítulos falando das ideologias do Partido dos Trabalhadores que são contrárias aos ensinos da Bíblia. Não dá para a pessoa ser petista e cristão ao mesmo tempo. O livro pode ser adquirido impresso no endereço a seguir:
https://clubedeautores.com.br/book/194551--PT_X_CRISTIANISMO#.Vg_thflViko
On this site the scribe Valdemir Mota de Menezes is pondering on the life and works of the leading philosophers of mankind, transcribe excerpts from other authors, but does this virtual space a place to destroy all reason and intelligence that rises and opposes God.
sábado, 3 de outubro de 2015
quarta-feira, 29 de julho de 2015
LIVRE: ARCHÉOLOGIE BIBLIQUE - COMPLET
Scribe Valdemir publie un livre ARCHÉOLOGIE BIBLIQUE. 98 pages dans lequel nous analysons les histoires racontées dans la Bible et nous pouvons prouver la véracité d'entre eux. (Peut être acheté imprimé par: amazon.com, clubedeautores.com.br et autres libraires en ligne)
sábado, 16 de maio de 2015
GIUGLIELMO DI OCKHAM
lo scriba Valdemir Mota de Menezes
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Guglielmo di Ockham, o Occam (Ockham, 1285 – Monaco di Baviera, 1347), è stato un religioso, teologo, filosofo e Frate Minore (francescano) inglese.
Guglielmo di Ockham, o Occam (Ockham, 1285 – Monaco di Baviera, 1347), è stato un religioso, teologo, filosofo e Frate Minore (francescano) inglese.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Detto il Venerabilis Inceptor (venerabile principiante)[1], ma anche Doctor Invincibilis, entrò nell'ordine francescano in giovane età, studiò all'Università di Oxford fra il 1307 e il1318, intraprendendo l'insegnamento, in seguito, nella medesima università.
Accusato di eresia, subì un processo da parte dell'Inquisizione ad Avignone nel 1324, a seguito del quale cinquantuno sue enunciazioni teologiche vennero condannate dal pontefice Giovanni XXII. Fu successivamente assolto da Papa Clemente VI l'8 giugno 1349. Ad Avignone, dove soggiornò per quattro anni, conobbe Michele da Cesena, il ministro generale dell'ordine francescano, che condivideva con lui l'idea che le comunità cristiane potessero avere in uso dei beni ma mai possederli, secondo la dottrina dellapovertà evangelica, un'idea radicale contrariamente a quanto sosteneva il papato.
Di conseguenza, ad evitare "reprimenda" del Papa, nel maggio 1328 Guglielmo si ritirò a Pisa, dove entrò al seguito dell'imperatore Ludovico il Bavaro al cui fianco si era schierato nella controversia tra l'Impero ed il Papato.
Lì arrivò la scomunica da parte del papa, dopo la quale Guglielmo decise di seguire l'imperatore andando con lui a Monaco di Baviera, seguito anche da Michele da Cesena, con il quale continuò la polemica contro la Chiesa. Morto l'imperatore e il generale francescano, Guglielmo cercò di riavvicinare le sue posizioni a quelle della Chiesa, ma morì nel1347[2] prima che questo riavvicinamento si compisse[3].
Etica e teologia[modifica | modifica wikitesto]
Centro del pensiero di Ockham è il volontarismo, la concezione secondo cui Dio non avrebbe creato il mondo per "intelletto e volontà" (come direbbe Tommaso d'Aquino), ma per sola volontà, e dunque in modo arbitrario, secondo la sua imperscrutabile volontà, senza né regole né leggi, che ne limiterebbero, secondo Ockham, la libertà d'azione.
Ne consegue che anche l'essere umano è del tutto libero, e solo questa libertà può fondare la moralità dell'uomo, i cui meriti o demeriti non possono in alcun modo influenzare la libertà di Dio. La salvezza dell'uomo non è quindi frutto dellapredestinazione, né delle opere dell'uomo; è soltanto la volontà di Dio che determina, in modo del tutto inconoscibile, il destino del singolo essere umano. Questa posizione di Ockham, che riprende e porta alle estreme conseguenze la concezione volontaristica già propria di Duns Scoto, anticipa per alcuni aspetti la riforma protestante di Lutero; conseguenza del pensiero di Ockham, infatti, è la negazione del ruolo di mediazione fra Dio e l'uomo che la Chiesa si è attribuita.
Il Papa è fallibile e non può attribuirsi alcun potere, né temporale (l'Impero, infatti, esiste da tempo più remoto, rispetto alla Chiesa, e non discende dal Papa ma direttamente da Dio), né spirituale, giacché la sola possibilità per l'uomo di salvarsi deriva dalla grazia divina. Nel Dialogus sostenne come l'imperatore fosse superiore alle leggi, ma sottoposto al proprio popolo, il quale, nel caso in cui egli non rispettasse il principio dell'"equità naturale" era autorizzato a disubbidirgli. La delega che il popolo dava all'imperatore nell'esercitare il potere era quindi vincolata al suo buon operato e non assoluta.
Con Marsilio da Padova queste tesi furono tra i fondamenti del potere statale inteso in senso moderno.
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